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Bauhaus
Vania Partilora| 7 agosto 2019 - Arte & Cultura
![]() In Germania a Weimar (Turingia) nel febbraio 1919 si riunisce l'Assemblea Nazionale per fondare la Repubblica. Ed è a Weimar che vediamo l'architetto Walter Gropius reduce dalla guerra che ha in mente il progetto di far rivivere la Scuola di Arti Decorative, progetto già approvato dal Governo Regionale; la Scuola negli anni precedenti la guerra era stata fondata dall'architetto belga Henry va de Velde, poi negli anni della guerra era stata adibita ad ospedale militare. Ma, sempre a Weimar, gli insegnanti della Scuola Superiore di Belle Arti non hanno più un Direttore e quindi propongo di riunire i due Istituti. Sorge così il Bauhaus – Casa della Costruzione – siamo nel marzo del 1919 e Gropius già conosciuto per le sue idee innovative intende così creare un luogo radicalmente nuovo. Questo architetto aveva già realizzato per la Fagus nel 1911 un edificio altamente moderno in vetro e calcestruzzo preconizzando un profondo cambiamento nella società sorretto da idee comuni. Il Bauhaus che Gropius intende realizzare vuole formare costruttori basandosi su un apprendistato artigianale mettendo insieme le competenze e le capacità di ciascuno al fine di creare una grande opera. In ordine alle idee dell'architetto gli allievi possono avere i loro rappresentanti nelle riunioni insieme agli insegnanti fra i quali Lyonel Feininger. La libertà creativa insita nel programma di Gropius viene affidata a Johannes Itten. Anche in mezzo alle difficoltà che aumentano Walter Gropius combatte per il suo utopistico progetto, progetto osteggiato anche da un fronte nazionalistico. Ben presto i professori della Scuola Superiore di Belle Arti si dissociano dal programma e si torna così a due istituti separati. Al fine di far fronte alle difficoltà economiche Gropius spinge gli allievi a creare manufatti commerciabili che però trovano gli artigiani in rivolta per questa improvvisa concorrenza. Il Bauhaus resta così isolato.
Malgrado feste, riunioni studentesche e momenti di aggregazione culturale la situazione non migliora anche perché sembra che vi sia una divisione di intenti fra Itten e Gropius; quest'ultimo al fine di dare maggiore impulso alla scuola assume personalità prestigiose come Oskar Schlemmer, Paul Klee, Vasilij Kandinskij, ciò malgrado i rapporti fra Gropius e Itten si interrompono bruscamente. Al fine di giustificare le sovvenzioni regionali viene chiesto ad Itten di organizzare una mostra della produzione del Bauhaus, al rifiuto di quest'ultimo è inevitabile il licenziamento. Ma Gropius sempre più convinto della positività della sua scuola ingaggia al posto di Itten un costruttivista ungherese László Moholy-Nagy che ben presto realizza nel 1923 una mostra che riscuote grande successo, dimostrando così che il Bauhaus deve vivere. In occasione della mostra viene costruita una casa modello composta da due cubi impilati e contente tutte le modernità dell'epoca. Ecco dunque la nuova unità di Walter Gropius: Arte e Tecnica. Ma nel febbraio 1924 la destra ottiene la maggioranza nelle elezioni regionali e vengono così a mancare le sovvenzioni al Bauhaus che chiude i battenti nella primavera del 1925. Nell'aprile del 1925 il Bauhaus si trasferisce a Dessau – a 100 km da Berlino – su invito del Sindaco. Nel 1926 su progetto di Gropius viene costruita una scuola che ospiterà anche gli alloggi per gli studenti. Con sovvenzioni garantite il Bauhaus diventa Scuola Superiore di Progettazione e diventa un centro di produzione di prototipi per l'industria. I riferimenti all'artigianato scompaiono e Paul Klee, Vasilij Kandinskij, Georg Muche, László Moholy-Nagy e Oskar Schlemmer provenienti da Weimar ottengono la qualifica di professore. Walter Gropius completa il programma con un corso di architettura e invita l'architetto svizzero Hannes Meyer il quale preconizza l'attività di cantiere alle lezioni teoriche. Il Bauhaus diventa così un laboratorio di ricerca e i contratti commerciali si realizzano, ma improvvisamente a grande sorpresa di tutti Gropius lascia il Bauhaus al fine di realizzare la sua carriera personale. Nel 1928 passa le consegne a Meyer ma insieme a Gropius lasciano l'Istituto anche Bayer Breuer e Moholy-Nagy. Con Hannes Meyer si assiste ad una ventata di freschezza e di umanità. Ecco allora i corsi di fotografia, psicologia, sociologia, cinema, ginnastica e vediamo così anche un gruppo di studenti comunisti. Ma nel 1930 il Comune di Dessau licenzia in tronco Hannes Meyer e vediamo al suo posto l'architetto Ludwig Mies van der Rohe, con quest'ultimo c'è un ritorno all'ordine e al rigore. Nel 1930 il Partito Nazionalsocialista vince le elezioni in Turingia e nella visione dei dirigenti del Partito il Bauhaus è uno strumento “giudeo-bolscevico” di “disintegrazione culturale” e perciò destinato a chiudere. Mies van der Rohe trasferisce la scuola in una fabbrica abbandonata di Berlino come istituzione privata. Il 30 gennaio 1933 Hitler prende il potere e finisce così definitivamente l'avventura del Bauhaus. La storia del Bauhaus è la storia di fermenti artistici e culturali che in quell'epoca stavano sorgendo in tutta Europa ma anche di movimenti politici che hanno avversato questa innovazione. |
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