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RUBRICHE > ARTE & CULTURA> IL FASCINO DEL TEATRO. LIVORNO. TEATRO GOLDONI. MARCO LEONE.

Il fascino del teatro.
Livorno. Teatro Goldoni. Marco Leone.

Vania Partilora | 9 gennaio 2020 - Arte & Cultura
Marco Leone
Una città, un teatro, un uomo. Livorno, Teatro Goldoni, Marco Leone.
Straordinaria la storia di questa città con la sua vita culturale, i suoi teatri, le sue passioni. Lunga è la narrazione che vede la nascita del teatro Goldoni nel 1847, teatro Goldoni che ospita nel 1921 il XVII Congresso del Partito Socialista Italiano con la scissione della corrente comunista. L'uomo è Marco Leone che dal 2015 è il Direttore del Teatro Goldoni.
Leone nasce a Livorno dove frequenta il Liceo per poi proseguire gli studi all'Università di Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, indirizzo D.A.M.S. (Discipline della Arti, della Musica e dello Spettacolo).
A Castiglioncello, località marina frequentata da molti artisti del cinema e dove Marco Leone si è nel frattempo trasferito, significativo è l'incontro con Suso Cecchi D'Amico che gli consiglia di testare la sua passione per il cinema iniziando a lavorare come assistente sul set. Dopo alcune esperienze, anche con importanti registi come Monicelli, il giovane Leone si accorge che quello non è il suo mondo. Ecco poi che le esperienze si allargano al teatro ed è in quell'ambito che Marco trova se stesso; il contatto umano e l'immediatezza con il pubblico affascinano il giovane Marco che sente nel teatro la strada da seguire. Dopo alcune esperienze come regista, direttore di festivals, direttore della Scuola Comunale di Teatro di Cecina ecco la chiamata della Giunta Nogarin alla direzione del Teatro Goldoni “...con la giusta intuizione di affidare la Direzione Generale del Teatro ad un operatore teatrale...”. Naturalmente, continua Leone, questa è stata un'offerta che mi ha riempito di orgoglio perché si sta parlando di un Teatro della Fondazione Culturale più importante della Provincia di Livorno e una delle più importanti d'Italia, Teatro stupendo.
Quali sono i cambiamenti che hai portato al Teatro Goldoni?
Io ho trovato un Teatro che aveva alcuni problemi. Da un punto di vista economico, da un punto di vista di bilanci, da un punto di vista soprattutto di relazione con la città. Un Teatro che era abbastanza isolato, quindi il primo obiettivo è stato quello di rompere questo isolamento e fare in modo che il Teatro tornasse ad essere parte della vita dei cittadini di Livorno. Questo lo abbiamo ottenuto mettendo in atto vari progetti fra i quali quello di rendere il Teatro più accessibile anche dal punto di vista dei costi; accogliere le persone con amore, con cura, perché poi il Teatro è questo, un protocollo d'intesa con tutte le scuole di Livorno. Un lavoro capillare di attenzione rispetto alle esigenze del territorio e poi far uscire il Teatro, un progetto che abbiamo chiamato “Il Teatro fuori dal Teatro”. Quindi fare dei festivals fuori dal Teatro, continua Marco, andare dalla gente, persone che non avrebbero mai pensato di venire a teatro ebbene sono andato io da loro. Abbiamo inventato “Scenari di quartiere”, un festival che ha avuto grande successo. L'idea era di portare al tramonto attraverso la radice del teatro, cioè il teatro di narrazione, un attore che ti racconta una storia, senza scenografia e un pubblico che ascolta portandosi anche la sedia da casa, abbiamo così approntato palchi nei punti più insospettabili della città, quindi nelle periferie e riscoprire così anche la città. Abbiamo iniziato con “Scenari di quartiere” come festival di settembre, abbiamo poi allargato ad esempio a “Scenari d'inverno” nelle case dei cittadini, quindi abbiamo fatto teatro d'appartamento, teatro nei chiostri, nelle scuole e questa è stata l'occasione per fare comunità.
Tu hai dato così una tua impronta personale che è piaciuta molto alla città.
Sì, in effetti io sento l'affetto che mi circonda e ne sono molto contento. Il tempo è stato breve, soltanto quattro anni, anche perché ho dovuto far cambiare rotta al teatro, ma i risultati ci sono, eccome! Poi è un teatro che ha riconquistato un rapporto a livello nazionale e internazionale. Con la lirica abbiamo fatto coproduzioni internazionali come ad esempio con Belgrado, con il Giappone e adesso stiamo parlando con la Corea del Nord ed è proprio in questi giorni che il Teatro Goldoni è stato invitato a partecipare al Festival di Primavera di Pyongyang del 2020 nella Corea del Nord e questo può rappresentare un ponte diplomatico fra questo paese e l'Italia.
Qual è il tuo prossimo futuro?
Io ho un contratto ancora fino al 2022, naturalmente essendo cambiata l'Amministrazione Comunale dobbiamo ora parlare anche perché il Sindaco è Presidente della Fondazione Goldoni.
Qual è il programma del Teatro Goldoni per il 2020?
I biglietti sono aumentati così come gli abbonamenti, il teatro è vivo, è abitato e questo era uno dei nostri obiettivi fondamentali, il teatro è una casa.
… e i giovani?
Con i giovani abbiamo 16 laboratori dentro il teatro dai più piccoli agli adulti con una maggiore concentrazione di preadolescenti e adolescenti che sono cresciuti in maniera esponenziale e poi tutto il lavoro con le scuole... certo quando parliamo di lirica o di musica sinfonica questo approccia un pubblico più adulto..., ma la grande sfida è quella di avvicinare i giovani a questo genere di musica ed è per questo che andiamo nelle scuole. E a tale scopo abbiamo creato Mascagni Opera Studio. Noi siamo uno dei 25 teatri di tradizione d'Italia, siamo riconosciuti dal Ministero per la Regione Toscana per fare lirica, siamo un po' i fratelli minori della Fondazione Lirica. Credo che la nostra specificità come teatro di tradizione sia quella di portare i giovani a conoscere la lirica più delle fondazioni. Il Teatro Goldoni di Livorno è l'unico teatro di tradizione in Italia che ha due Opera Studio cioè momenti di alta formazione per giovani cantanti. Con la Mascagni Opera Studio  cantanti da tutto il mondo che vogliono approfondire il canto verista a partire da Mascagni debbono venire al Teatro Goldoni di Livorno perché non esiste un'altra scuola al mondo.
Tanto lavoro, tante idee, tanta volontà e coraggio: Marco Leone.

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