RUBRICHE > ARTE & CULTURA> MEDEA. LA TRAGEDIA GRECA SEGNA IL RITORNO DE "IL TEATRO DEGLI ARCHETIPI"
Medea. La tragedia greca segna il ritorno de “Il Teatro degli Archetipi”
Giuliana Donzello| 18 giugno 2019 - Eventi
![]() Emozionante e tragica la Medea che “Il Teatro degli Archetipi” con Chiara Novelli (Medea) e Rodolfo Baglioni (nei ruoli di Giasone e del Corifeo) hanno offerto il 23 maggio scorso ai frequentatori de “Il Salotto di Giuliana”, ospiti dello Studio Arte MeS3 – Spazio Eventi di via Verdi 40 a Livorno. Una Medea che si è trasferita a vivere a Corinto, insieme al consorte ed ai due figli, dopo aver abbandonato il padre per seguire il marito, ma soprattutto una donna tradita quando, dopo alcuni anni, Giasone decide di ripudiarla per sposare Glauce, la figlia di Creonte, re di Corinto che gli assicura il diritto di successione al trono.
Medea si lamenta col coro delle donne corinzie in modo disperato e furioso, scagliando maledizioni sulla casa reale; rinfaccia a Giasone tutta la sua ipocrisia e la mancanza di coraggio, cui Giasone sa opporre solo banali ragioni di convenienza. Di fronte all'indifferenza del marito, la donna attua la sua vendetta. La mezza maschera e il mezzo volto hanno reso drammaticamente l’ira, il tormento e il dolore che la vendetta richiede. Fingendosi rassegnata, Medea manda in dono alla futura sposa di Giasone una ghirlanda e una veste avvelenata. La principessa, indossatele, muore tra atroci tormenti , poiché viene bruciata da un rivolo di fuoco che scende dalla ghirlanda e scarnificata dalla veste stessa e la stessa sorte tocca a Creonte, accorso per aiutarla. Dura nella sua follia, Chiara Novelli è qui una Medea che sa muoversi tra una dolcezza sorprendente e un lamento disperato e furioso, che la vede scagliare anatemi pericolosi su Giasone che in un primo momento non avverte il pericolo celato dietro le sue parole e si lascia convincere, un po’ per convenienza, ma soprattutto perché vede realizzarsi il suo delirio di potere. Di fronte alla crudele realtà Giasone accorre per salvare almeno la sua prole, invano. Medea sul carro alato del dio Sole gli mostra i cadaveri dei figli che ella, pur straziata nel cuore, ha ucciso, privando così Giasone di una discendenza. Ha dominato la pièce la straripante, incontrastata personalità di Medea, indubbiamente uno dei più grandi personaggi di Euripide. Fortemente emotiva e passionale esibisce un'ampia gamma di stati d'animo, che culminano negli omicidi della giovane sposa di Giasone e dei propri figli: atti caratterizzati sì da grande ferocia, ma non privi di dubbi e di tentazioni di desistere, talvolta manifestati nell'ambito della stessa scena, in un continuo alternarsi di propositi omicidi e di pentimenti. Le sfaccettature del personaggio sono insomma tante e tali che Medea può essere vista, di volta in volta, come feroce e vendicativa assassina, come vittima di pulsioni interne incontrollabili, o anche come moglie così addolorata per l'abbandono del marito da arrivare a perdere ogni raziocinio. La grandezza del personaggio sta proprio nell'essere assai complesso, in una continua lotta tra la razionalità e le passioni. È la prima volta nel teatro greco (almeno per le opere note) in cui protagonista è la passione di una donna, una passione violenta e feroce che rende Medea una donna debole e forte allo stesso tempo. Forte perché padrona della sua vita e non disposta a piegarsi davanti a nessuno, e debole perché sola, disperata ed intenzionata a distruggere tutto quello che rappresenta il suo passato. Sostenuta da un brillante Giasone e dall’immancabile Corifeo, Chiara Novelli è stata tutto questo. |
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